Grieg Edvard

Peer Gynt Suites 1&2

L’esibizione delle Suite di Peer Gynt di Edvar Grieg e Pelléas et Mélisande di Jean Sibelius è eseguita con eccellenza e col solito carisma da Herbert von Karajan e dai Berliner Philharmoniker. Dalle battute d’apertura della Suite n.1 di Peer Gynt (Morning Mood), emergono sonorità chiare e potenti. Nella Suite n.2 il brano conclusivo (Solvejg’s Song) è una elegia per arpa e archi di bellezza strabiliante dove Karajan esprime tutto il suo carisma. In Pélleas et Mélisande mi ha colpito il brano At the Castle Gate per la sua drammaticità. Di entrambe le composizioni ho elencato solamente i brani che soggettivamente preferisco ma vi assicuro che l’intero CD l’ho ascoltato più volte per l’estrema varietà e bellezza dei vari brani. Considerando l’eccellente qualità dell’audio registrato nel 1983 in DDD e l’affascinante espressività della BPO vorrei raccomandarvi fortemente questo album come un eccellente dipinto musicale.

Nel 1874, Ibsen chiese a Grieg di creare le musiche di scena per Peer Gynt, il nuovo lavoro che il drammaturgo stava per portare sulla scena. Grieg si mise al lavoro e terminò la partitura (per soli, coro e orchestra) nel 1875. Il 24 febbraio dell’anno seguente, Peer Gynt venne presentato al Teatro di Christiania con grandissimo successo, anche per il musicista, che decide di ricavare dai 23 brani che compongono l’intero lavoro (op. 23), due Suites sinfoniche.

La Prima, op. 46, è datata 1888. Il dolcissimo Allegretto pastorale, in 6/8, descrive il levar del sole su un palmeto ai bordi del mare. È il preludio all’atto quarto del “poema drammatico”: i flauti e gli oboi dialogano teneramente, ma a poco a poco gli archi si impossessano del tema e lo caricano di intensità espressiva. Aase, la vecchia madre di Peer Gynl, muore. L’Andante doloroso, che sottolinea il pianto di Kari e il desolato vagare attraverso la stanza di Peer Gynt, è una melodia di grande semplicità, ripetuti ostinatamente su un mesto ordito di soli archi. Quasi uno Scherzo è il successivo movimento che ci riporta al quarto atto, con la danza della beduina Anitra, davanti a Gynt, al ritmo di una mazurka. La Suite n. 1 si conclude con una pagina che originariamente si colloca nella sesta scena del secondo atto, durante l’incontro del protagonista con il vecchio di Dovre nel suo palazzo popolato di streghe. Fagotti, violoncelli e contrabbassi scandiscono pesantemente l’inizio di questa marcia sfrenata che avanza inesorabilmente in un grande crescendo di tutta l’orchestra.

Nella Suite n. 2, composta nel 1891, Grieg raccoglie altri quattro momenti dal dramma di Ibsen. Apre la composizione il Lamento di Ingrid, la figlia del proprietario di Haegstad sedotta da Peer Gynt: un canto supplichevole (Andante doloroso) incorniciato dalle urla rabbiose e sprezzanti del giovane (Allegro furioso). Il secondo brano è un Allegretto vivace che ci riconduce, con una pagina di grande trasparenza strumentale, nell’accampamento arabo dove stanno danzando Ànitra e le altre fanciulle. Siamo quindi all’inizio del quinto atto, a bordo di una nave, nel mare del Nord, in vicinanza della costa norvegese. È il tramonto e scoppia una tempesta. L’orchestra tutta è impegnata in questa descrizione marina (Allegro agitato), dagli evidenti richiami wagneriani (il preludio di Der fliegende Holländer). La violenza degli elementi si placa e, in un pianissimo, si leva improvviso il canto innamorato di Solveig (Andante, quarto atto) che conclude la Suite. È una delle pagine più ispirate di Grieg: appena punteggiati dagli accordi dell’arpa, gli archi sciolgono la dolcissima melodia.

Jean Sibelius Pelléas et Mélisande

Il movimento d’apertura della suite per orchestra di Pelléas et Mélisande s’intitola Alle porte del castello. Gli archi introducono un breve tema, aereo, che viene in seguito ripreso dai fiati. Questa introduzione termina con degli accordi austeri.

In seguito, il personaggio di Mélisande viene introdotto da una musica caratteristica presentata da un assolo di corno inglese, che descrive come
Golaud trova Mélisande nella foresta accanto ad un sorgente. Questo è seguito da un breve intermezzo, In riva al mare, che Sibelius considerava indispensabile nei concerti. I personaggi principali sono in piedi in riva al mare, guardando una vela di nave.

Kerbert von Karajan

Gli archi presentano, con delle sonorità dense di carattere melodico, il quadro Una fontana nel parco. Una melodia di valzer apre la scena, nella quale i personaggi principali camminano fino a una fontana nel parco. Mélisande lascia cadere l’anello che Golaud le ha dato.

Nel quadro seguente, Tre sorelle cieche, un altro assolo di corno inglese porta a delle armonie orchestrali monolitiche. La canzone Mélisande ha lo stile di una ballata.

Il sesto movimento, Pastorale, è scritto per i legni e gli archi e presenta la sottigliezza della musica da camera.

Il settimo, Mélisande all’arcolaio, presenta il più lungo e spettacolare ritratto visto fin qui, ed è seguito da un Intermezzo. Questo lunghissimo movimento avrebbe potuto servire da finale sinfonico, ma la logica del dramma esige un epilogo. Con il movimento La morte di Mélisande, la tragica storia d’amore votata al fallimento trova la sua conclusione.