Handel Frideric George

Musica per i reali fuochi d’artificio

Musica sull’acqua

Senza dubbio queste due composizioni possono essere descritte, insieme alle Quattro Stagioni di Vivaldi, come la “Stairway to Heaven” dell’era della musica classica barocca. In questa vibrante versione del 1971, l’Academy sotto la direzione di Neville Marriner conduce “Musica per i reali fuochi d’artificio” (edizione integrale) con la potenza e lo spirito che merita e “Musica sull’Acqua” (Suite n.1) con eccezionale raffinatezza e delicatezza. Una registrazione deliziosa che qualsiasi fan di Handel o di musica barocca dovrebbe ascoltare. Registrazione eseguita nel 1972 e rimasterizzazione effettuata nel 1986. Altamente raccomandato. CD di difficile reperibilità.

Music for the Royal Fireworks in re maggiore, HWV 351

Da quando nel 1710 entrò al servizio del principe elettore di Hannover, che quattro anni dopo salì sul trono inglese con il nome di Giorgio I, Haendel rimase strettamente legato all’ambiente della corte londinese, anche se i rapporti fra lui e il re raggiunsero a volte momenti difficili per il carattere forte e deciso di entrambi. Nel complesso gli Hannover mostrarono sempre stima e rispetto per Haendel il quale raggiunse il culmine della gloria sotto Giorgio II (1727 – 1760). Haendel non mancò di celebrare le glorie britanniche, coincidenti con quelle dinastiche, e già nel 1713 scrisse un possente Te Deum per la pace di Utrecht con la quale si era chiusa la guerra di successione spagnola a vantaggio dell’Inghilterra, e poi un Ode per il compleanno della regina Anna (Ode for the Birthday of Queen Anne) e vari pezzi per l’incoronazione di Giorgio II e per i matrimoni di diversi principi di sangue reale. Anche verso la fine della sua carriera Haendel fu impegnato a scrivere pezzi di occasione in onore della casa reale inglese, come ad esempio la Musica per i reali fuochi d’artifìcio, composta per festeggiare la conclusioni della guerra di successione austriaca a favore dell’Inghilterra. I festeggiamenti durarono parecchi giorni e Giorgio I ordinò spettacolari fuochi d’artificio per la sera del 27 aprile 1749.
Nel grande parco di Londra l’orchestra prese posto nel mezzo di una splendida facciata di un castello in legno costruita da un famoso scenografo dell’epoca, il Servandoni. Le cronache di allora parlano di una magnifica esecuzione diretta da Haendel, il quale era un esperto di simili spettacoli all’aperto e più volte la sua Water Music (Musica sull’acqua) aveva accompagnato con un’orchestra su una barca le gite del panfilo reale sul Tamigi. Dato il carattere di musica all’aperto di un simile pezzo, i fiati e la percussione acquistavano maggiore rilevanza rispetto agli archi, nettamente esclusi in modo che le sonorità fossero più piene e fastose, come attesta sin dalle prime battute la Music for the royal Fireworks. L’Ouverture riflette quel senso di solennità e grandiosità dell’arte haendeliana e si impone per la sua quadratura armonica e ritmica, senza scadere in una vuota retorica accademica. Gli altri quattro brani sono tipiche danze francesi di corte in forma binaria. Due recano titoli programmatici: La Paix e La Réjouissance, ossia la pace e il giubilo, mentre il resto è contrassegnato da una misurata ed elegante Bourrée, da una serena Siciliana con suoni di trombe e corni, da un Allegro gioioso e festoso e da due ben cadenzati Minuetti di sicuro effetto che concludono degnamente questa suite, accolta in modo trionfale dai londinesi, che considerarono Haendel uno di loro e non un musicista tedesco.

Water Music

Nel 1717 re Giorgio I chiese a Georg Friedrich Händel di comporre una serie di brani da suonare in un’esibizione sul fiume Tamigi. Alla richiesta del re Händel rispose scrivendo diversi brani orchestrali, per un totale di tre suite, intitolate “Water Music”, “Musica sull’Acqua”. I pezzi vennero eseguiti sul fiume di Londra il 17 luglio di quell’anno, quando il compositore di Halle aveva trentadue anni. Da questo episodio deriva l’idea di “Water Music Festival”. Il ciclo di tre concerti organizzati da Uniacque Spa e dal Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo.

Neville Marriner

Furono cinquanta i musicisti protagonisti di quel concerto. Suonarono su una chiatta vicina alla chiatta reale, su cui re Giorgio I ascoltò l’esecuzione insieme ad alcuni amici intimi. “Water Music” è una composizione di musica di parata, capace di creare una forte suggestione figurativa. Händel voleva infatti evocare l’immagine del corteo regale che scivola sulla superficie dell’acqua. Le tre suite piacquero molto al sovrano, tanto che ordinò ai musicisti di ripetere l’esecuzione tre volte. Non gli importò che questi, alla terza esecuzione, fossero letteralmente esausti.
I movimenti orchestrali di “Water Music” vennero pensati da Händel per un’orchestra barocca in grado di farsi sentire all’aperto. Un ensemble formato da un flauto traverso, due oboi, un fagotto, due corni, due trombe e gli archi a cui era affidato il basso continuo. La strumentazione fu disposta sulla chiatta, mentre il clavicembalo, per questioni di peso, rimase a riva.
Tuttavia la chiatta non era ferma. Così le suite non avevano un ordine definitivo, ma variavano a seconda della distanza della chiatta dell’orchestra da quella reale. I pezzi lenti vennero suonati quanto le due chiatte erano vicine, mentre i brani più allegri furono proposti quando erano a maggiore distanza. Insomma erano le correnti del Tamigi, in qualche modo, a decidere la scaletta.
C’è anche una leggenda legata a “Water Music”. Pare che Händel si cimentò in queste suite per riconquistare il favore di Giorgio I. Il re infatti aveva al suo servizio il compositore tedesco quando era ancora in Germania. Il trasferimento a Londra aveva portato a una perdita di favore nei suoi confronti. Questa
leggenda, raccontata da John Mainwaring (primo biografo di Händel) è stata smentita dai discepoli del compositore. In ogni caso, se di leggenda vogliamo parlare, è proprio “Water Music” ad essere entrata nella Storia della musica. Nei secoli venne proposta in più occasioni, fra cui la splendida versione di Jordi Savall con Le Concert des Nations del 1993.
Della prima esecuzione di “Water Music”, che fu un vero e proprio evento, sono rimaste delle testimonianze anche sulla stampa dell’epoca. Questo è uno stralcio del Daily Courant che due giorni dopo il concerto scrisse:

“Giovedì sera, verso le otto, il re si è imbarcato a Whitehall in una barca aperta […] e ha percorso il fiume sino a Chelsea. Erano presenti altre barche con molti notabili, così numerose che tutto il fiume ne era coperto. Un’imbarcazione era riservata alla musica, con cinquanta strumenti di ogni tipo che suonarono per tutto il tempo […] le più belle Sinfonie espressamente composte per l’occasione dal Sig. Händel. Al re piacquero tanto che se le fece ripetere più di tre volte, all’andata e al ritorno. Alle undici ci fu una cena, indi un altro bellissimo concerto, sino alle due; dopo di che, sua Maestà tornò alla sua barca e rifece lo stesso tragitto, mentre la musica continuò a suonare, fino all’approdo”.