Puccini Giacomo

Turandot

Premetto che quest’opera , dopo chiaramente la “Boheme”, è la mia preferita nel vasto repertorio pucciniano. La Turandot, ultima opera di Puccini, contiene alcune delle musiche più complesse e gloriose che l’Autore abbia composto. Questa registrazione rende giustizia completa alla musica. È più vicina ad una prestazione perfetta di quanto sia realmente possibile e ritengo che questa incisione sia la migliore attualmente disponibile.
Joan Sutherland è fredda come il ghiaccio, come la principessa che odia l’uomo, fino a che Calaf vince il suo cuore e la fa innamorare. In quel momento si trasforma in un’amante dal cuore caldo. Canta molto bene, ma la dizione non è perfetta come anche in altre opere che ha registrato.

Luciano Pavarotti, molto giovane, è in tutto e per tutto il principe ardente. Voce squillante, potente ed appassionata. Il suo “Nessun dorma” non richiede alcun commento.
Il ruolo di Liu è dolce e struggente cantato da Montserrat Caballé
Questa incisione comprende anche Nicolai Ghiaurov nel ruolo di Timur. Ghiaurov è stato un baritono molto versatile e come al solito si immedesima immediatamente nel personaggio.
Anche Peter Pears, nella brevissima parte dell’Imperatore, canta bene. Il resto del cast è eccellente.
Il John Alldis Choir e la London Philharmonic Orchestra, guidati dalla prestigiosa bacchetta di Zubin Mehta, cantano e suonano divinamente bene.
Registrazione ottima. Cofanetto imperdibile!!!!!!!!
Zubin Mehta

Altra registrazione memorabile di questo capolavoro. Ogni amante della lirica o fan di Puccini dovrebbe collocare nella sua collezione questo bellissimo cofanetto. La registrazione risale tra il 1965 e il 1966.
Il cast è un sogno che si avvera – Birgit Nilsson come l’imperatrice Turandot, Franco Corelli come il principe Calaf, una giovane Renata Scotto come Liu e nel ruolo minore di Pong c’è Piero De Palma. Tutti i cantanti dei ruoli principali erano in ottima forma e godevano di immenso successo. Franco Corelli era considerato uno dei migliori tenori del 20° secolo. Aveva una voce da tenore incredibilmente dinamica, ed è stata utilizzata per recitare con consumata abilità diversi ruoli. Corelli nel ruolo di Calaf è romantico, intenso, appassionato e combatte con tutte le sue forze contro una Turandot fredda e potente riuscendo infine a conquistarla con il suo amore. IL suo “ Nessun doma” è esemplare.
Birgit Nilsson è soprattutto un soprano wagneriano. Ha interpretato tutte le grandi eroine di Wagner facendole prendere vita con grande realismo e perfezione tecnica – Brunhilde e Isotta sono i suoi ruoli più grandi -. Tuttavia, essendo un artista abbastanza versatile, ha ampliato il suo repertorio interpretando molto bene il ruolo dell’Imperatrice Turandot. Anche in questo caso la dizione non è perfetta, però superata alla grande da una voce potente e cristallina.
Renata Scotto, nel personaggio di Liu, canta con una dolcezza estrema, ed alla fine del secondo atto, per non rivelare a Turandot il nome del suo signore, si suicida tramutando la voce in maniera altamente drammatica. Il resto del cast è eccellente. Infine vorrei elogiare la superba prestazione del Coro e dell’Orchestra dell’Opera di Roma sotto l’autorevole direzione di Francesco Molinari-Pradelli.
Registrazione molto buona. Altamente raccomandato.
Francesco Molinari-Pradelli

Ci sono molti aspetti interessanti di questo set, il più evidente? È l’unica Turandot registrata dalla Callas. Anche se la sua voce non era certamente quella precedente al 1950, vocalmente è molto al di sopra della media La sua recitazione è paragonabile alla Tosca del 1953; il suo personaggio è ardente, forte e freddo, ma straziante, triste e vulnerabile, quasi come se fosse una bambina in alcuni punti. La trasformazione da una “principessa della morte” congelata ad una principessa calda e appassionata è graduale ed è molto emotiva.
Per quanto riguarda il resto del cast, Eugenio Fernandi offre un Calaf soddisfacente. Nell’ultimo atto è più convincente. Il suo “Nessun dorma” è cantato molto bene.
La mitica Elisabeth Schwarzkopf è una Liu meravigliosamente tenera e tragica. Il suo “Signore, ascolta”, a mio parere, è molto emotivo.
Il finale è splendido
La direzione di Tullio Serafin sul podio del Coro e dell’Orchestra del Teatro Alla Scala è infuocata, come del resto lo è la voce di Maria.

Questa registrazione del 1955 è fantastica. In quegli anni si sperimentavano le prime registrazioni Stereo. I tecnici della DECCA hanno compiuto un vero e proprio miracolo, posizionando molto probabilmente i vari microfoni in modo omogeneo e ben distinto. Ne consegue un suono pulito e potente che l’ulteriore masterizzazione a 24 bit evidenzia maggiormente.
Alberto Erede, un direttore d’orchestra poco conosciuto e ritenuto in poca considerazione, questa volta è in forma smagliante, combinando le vaste forze orchestrali e corali con sicurezza da veterano.
Inge Borkh, con la sua timbrica affascinante ineguagliabile, trasmette sia l’esterno ghiacciato di Turandot, sia la sua distintiva femminilità e il fuoco che brucia dentro.
Il miracolo vocale è la Liù di Renata Tebaldi (la “voce d’ angelo” di Toscanini…): una voce di meravigliosa bellezza, dove sentimento, lucentezza ed

espressione sono evidenziate. Ascoltate “Signore ascolta …” e “Tu che di gel sei cinta …” per rendervi conto che questa è arte pura.
Nicola Zaccaria è struggente nel ruolo del deposto re Timur. In questa augusta compagnia, Mario del Monaco non è certo meno brillante. Strapotere vocale e fraseggio ottimo ne dipingono un Calaf fiero, determinato e sprezzante della propria vita, pur di ottenere l’amore di Turandot. L’interpretazione di “ Nessun dorma” è un esempio eloquente.
Le tre maschere hanno voci molto particolari e belle a partire da Ferdinando Corena che interpreta Ping.
Un plauso alla DECCA nell’aver riesumato questa piccola perla.
Renata Tebaldi