Hector Berlioz

Les Troyens

Questa rappresentazione del capolavoro di Berlioz è una chicca per tutti gli amanti dell’opera. Il cast è magnifico con cantanti e coro davvero impressionanti. James Levine ha diretto l’intera partitura con estrema precisione.
Il filmato, live, è di gran qualità. L’opera, della durata di circa quattro ore, è contenuta in due DVD.

La produzione, firmata Brian Large, è tradizionale e suppongo sia vicina a ciò che il compositore desiderava, anche se non ha mai potuto assistere all’esecuzione completa della sua opera.
Soprattutto per un ammiratore di Berlioz ed anche per i melomani, è doveroso collocarla nella propria collezione.
Video e audio ottimi. DVD ultraraccomandato!

I Troiani

Il fiasco dell’opera Benvenuto Cellini nel 1838 indusse Berlioz a ricercare altre forme di espressione musicale diverse dall’opera lirica. Occorrerà pertanto attendere circa vent’anni per la composizione di una nuova opera, incoraggiato dall’amica di Franz Liszt, principessa Carolyne von Sayn-Wittgenstein.
Composta fra il 1856 ed il 1858, Les Troyens incontrò grandi difficoltà ad essere messa in scena. L’opera dovette essere scissa in due opere più brevi, La Prise de Troie, della durata di un’ora e mezza e Les Troyens à Carthage, di due ore e mezza. Berlioz riuscì a vedere soltanto la rappresentazione della seconda parte, rappresentata al Théatre lyrique di Parigi il 4 novembre 1863.. La prima parte venne eseguita in forma di concerto nel 1879. L’opera integrale, pressoché completa, venne data per la prima volta al Grobherzoglichen Hoftheater di Karlsruhe il 6 e 7 dicembre 1890 alla presenza di Andrè Messager.
Le ragioni della mancata rappresentazione dell’opera completa furono la lunghezza (quattro ore, durata raggiunta peraltro da alcune opere di Wagner) e la profusione di mezzi scenici richiesti per l’allestimento – fra cui il famoso cavallo – , oltre alle grandi masse orchestrali e corali. Al momento delle prove precedenti la prima l’originalità delle partitura sconcertò gli interpreti a tal punto che il direttore del teatro, Carvalho, fu costretto a concedere più tempo per familiarizzare con essa. L’opera Les Troyens à Carthage non fu un insuccesso; anzi, fu giudicata in modo molto positivo da Clément e Larousse nel Dictionnaire des opéras del 1905, alla voce « Les Troyens » (la dicitura non è precisa, perché è considerata solo la seconda parte dell’opera, quella cartaginese).
La prima parigina venne data soltanto nel 1921, ma in una versione abbreviata. La prima vera esecuzione integrale, in una sola serata, venne data nel 1957 al Covent Garden a Londra. Essa fu seguita da una incisione discografica nel 1969 diretta da Colin Davis, edizione di riferimento ancora oggi (anche se la versione più completa di Charles Dutoit è del 1994, integrando il preludio di Troyens à Carthage all’inizio del terzo atto).

Trama

La prise de Troie

Atto 1

Il popolo troiano finalmente esce dalle mura della città, per la prima volta dopo dieci anni di guerra, esultando per la scomparsa della flotta greca (Coro: Ha! Ha! Après dix ans) e si dirige ad osservare l’enorme cavallo di legno che i Greci hanno lasciato sulla piana ormai deserta. La sola Cassandra, la profetessa mai creduta, è inquietata da un sinistro presagio, ed è l’unica a sospettare che il cavallo di legno sia in realtà un tranello (Aria: Malheureux Roi!). Invano la donna cerca di convincere l’amato Corebo a lasciare la città: l’uomo decide di rimanere accanto alla donna che ama (Duetto: Reviens à toi).

Mentre sfila in processione la famiglia regale, Enea porta la notizia di un terribile prodigio: il sacerdote Laocoonte, nutrendo gli stessi dubbi di Cassandra, ha cercato di distruggere il cavallo di legno lanciandogli contro un giavellotto ed esortando il popolo a distruggere l’idolo, ma due serpenti giganteschi, sorti dal mare, l’avevano stritolato e divorato (Ottetto: Châtiment effroyable!). Priamo, per implorare il perdono di Pallade Atena, divinità a cui è dedicato il cavallo, ordina di portare il colosso nella città, le cui mura sono state già aperte per favorirne l’ingresso.
L’atto si chiude con la sconvolta Cassandra che, in preda all’orrore, assiste alla gioiosa processione e all’ingresso del cavallo nella città (Marcia: Du roi des dieux).

Atto 2

Il sonno di Enea è turbato da presagi funesti: in sogno gli appare l’ombra di Ettore, che gli ordina di partire per l’Italia per rifondare una nuova Troia (Recitativo: Fuis, fils de Venus!). L’amico Panteo e Corebo esortano Enea e il figlio Ascanio ad unirsi alla resistenza, dato che il saccheggio è già iniziato.
La scena si sposta dentro il palazzo di Priamo, dove le donne stanno implorando la salvezza della città presso l’altare di Cibele. Cassandra, ascoltata troppo tardi, annuncia di voler morire, ora che Corebo è stato ucciso nella battaglia: la maggior parte delle donne prende la sua decisione, e le titubanti vengono cacciate in malo modo. All’ingresso dei soldati greci, Cassandra si uccide, seguita dalle sue compagne, e spira gridando ‘Salva i nostri figli, Enea! Italia, Italia!’.

Les Troyens à Carthage

Atto 3 (1)

Il popolo cartaginese inneggia alla loro regina Didone, che, in poco tempo, ha fondato un regno già prospero e solido. La regina è però ancora velata dalla malinconia, e la sorella Anna, scherzando, la esorta ad innamorarsi di nuovo e a prendere marito: ma Didone, il cui primo sposo Sicheo era stato ucciso dal fratello, ha giurato di non volere più amare (Duetto: Sa voix fait naître).
Il poeta di corte Iopa annuncia l’arrivo della flotta troiana e la suppliche degli esuli, che vengono accolti di buon grado da Didone: improvvisamente, Narbal, consigliere di corte, annuncia che Iarba, Re dei Numidi e pretendente disprezzato dalla regina, sta attaccando i campi cartaginesi. Enea si rivela allora alla regina, offrendosi di aiutarla a sconfiggere il nemico per ringraziarla dell’ospitalità. Didone accetta l’alleanza, ed Enea parte ad aiutare i cartaginesi con i suoi (Finale: C’est le Dieu Mars).

Atto 4 (2)

Narbal si lamenta con Anna delle distrazioni di Didone, da troppo tempo intenta, anziché alle cure del regno, a spettacoli, danze e banchetti: Anna rimprovera il serioso consigliere, rallegrandosi per la felicità che la sorella sta ritrovando accanto ad Enea (Duetto: De quels revers menaces-tu Carthage).
La regina, innamorata di Enea, trova consolazione solo nei racconti di guerra dell’esule troiano (Quintetto: Voyez, Narbal, la main légère). I due amanti si concedono una nuova notte d’amore (Duetto: Nuit d’ivresse), funestata dall’improvvisa voce del dio Mercurio, che per tre volte grida “Italia!” indicando a Enea il mare.

Atto 5 (3)

Panteo raduna i troiani, esortandoli a prepararsi: Enea è continuamente turbato dalle ombre di Ettore, Priamo, Cassandra e Corebo che gli ingiungono di partire senza più indugi. La partenza viene funestata dall’arrivo di Didone, furente, che pretende spiegazioni: Enea, abbattuto, gli ricorda l’ordine divino, ma la regina non sente ragioni e maledice lo spergiuro, che sale sulla nave (Duetto: Errante sur tes pas).
Didone, calmatasi, implora la sorella di correre alle navi per chiedere un ultimo colloquio con Enea, ma Iopa e il coro annunciano l’improvvisa partenza della flotta troiana. La regina, in preda al furore, dapprima esorta i cartaginesi a inseguire il traditore, ma poi, resasi conto del suo delirio, comunica a tutti la sua decisione di offrire alle divinita dell’Ade i pegni d’amore lasciati da Enea, per purgare l’anima da un amore così fatale. Rimasta sola, Didone progetta il suicidio e dà l’addio alla città (Aria: Adieu, fière cité).
I sacerdoti di Plutone sono pronti al rito; Anna e Narbal precedono l’arrivo della regina invocando una maledizione su Enea e i Troiani. Didone arriva, esaminando per l’ultima volta i regali di Enea, così cari, ma ora così funesti, e,
impugnata la sua spada, si trafigge a morte. Il popolo è sconvolto e maledice la razza di Enea, ma la regina, in preda al delirio, vede il trionfo della nuova città fondata da Enea, e spira (Imprecazione: Haine éternelle à la race d’Énée!).”