Mahler Gustav

Lieder – Songs

Questa produzione è un piacere profondo da guardare e ascoltare . Thomas Hampson è, tra i cantanti che hanno cantato composizioni di Mahler, il più musicale ed espressivo, paragonabile solo a Janet Baker. Ha un sorprendente controllo delle dinamiche, producendo indifferentemente toni oscuri e leggeri a qualsiasi volume.
Lucia Popp, dal canto suo, ha una voce gloriosa, e sa usarla con sicurezza e coraggio. La sua interpretazione di “Wo die schonen Trompeten blasen” vale da sola l’acquisto del DVD. Video e audio buoni. Altamente raccomandato.
Gustav Mahler è conosciuto, giustamente, come autore di maestose sinfonie: la maggior parte della sua produzione musicale si concentra infatti su questo genere, con nove sinfonie, una decima incompiuta, e due imponenti lavori orchestrali e vocali come il giovanile Das Klagende Lied (“canto del lamento e dell’accusa”) e il tardo Das Lied von der Erde (“Il canto della terra”). Nello stesso tempo, però, non bisogna dimenticare il secondo importante filone che egli ha perseguito per tutta la sua attività, quello liederistico, ovvero della musica vocale da camera.
Prima di parlare dei Lieder di Mahler, bisogna chiedersi in generale in cosa consista questa forma musicale, andando ad analizzare come si sia sviluppata lungo il suo percorso storico fino ad arrivare al compositore austriaco. Il Lied (“canto”), nasce fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in territorio tedesco come genere musicale per amatori: si tratta di una forma piuttosto semplice, spesso basata sul classico schema “A – B – A” dell’aria; viene affiancata una melodia non troppo complessa, né come estensione, né come intervalli, ad un accompagnamento per tastiera – più tardi pianistico – di non difficile esecuzione, scritto in funzione del canto. Fra i primi autori di Lieder dobbiamo senza dubbio annoverare Haydn: oggi studiati spesso dai cantanti per fini squisitamente didattici, i Lieder di questo musicista sono scritti all’insegna della purezza e della semplicità. La linea del canto si muove nel lasso di un intervallo relativamente ristretto, e la scrittura pianistica è scarna, composta di un basso e pochi accordi completi.
Con Beethoven, l’idea di duo acquista invece maggiore peso, con la parte pianistica scritta per esteso, alla quale viene però relegato un ruolo, per quanto raffinato, di accompagnamento. E’ il caso del Lied “Ich liebe dich” WoO 123, nel quale il pianoforte adatta un unico schema metrico alle diverse situazioni armoniche e melodiche suscitate dalla voce. Nei lieder dalla raccolta An die ferne Geliebte op. 98 notiamo invece come l’accompagnamento raddoppi spesso la linea del canto, arricchendola, armonicamente e ritmicamente, e cambiando spesso, alla ripetizione delle strofe, la configurazione
metrica. Beethoven, con questi elementi, si avvicina sempre di più al lied come lo conosciamo oggi. La parte strumentale ha acquisito quindi una propria densità, ma non ha ancora raggiunto quell’indipendenza dalla parte vocale che ci permette di parlare di “musica da camera”, nella quale ogni componente deve avere di per sé una propria realizzazione: la completezza verrà data dalla fusione necessaria di questi elementi più o meno contrastanti fra loro.

 

Lucia Popp