Mozart Wolfgang Amadeus

Concerti per pianoforte

Posseggo l’integrale mozartiana di Anda da quasi trent’anni (praticamente da quando apparve in LP, in un box dalle dimensioni monumentali) e da quasi trent’anni l’ascolto con immutato piacere: nessuno, a mio avviso, è riuscito a fare di meglio, almeno per quanto riguarda le integrali.
Un solo esempio, il primo che mi viene in mente: il I movimento del concerto KV 482, reso con grazia per niente zuccherosa (come pure andava di moda in quegli anni), tocco vigoroso e tempi giusti (anzi, direi giustissimi), cadenza magnifica, e accompagnamento orchestrale nitido e perfettamente centrato. Non saprei chiedere di meglio: posseggo diverse integrali dei concerti di Mozart e, se pure qualcuno (specialmente Murray Perahia) è riuscito a consegnare al disco una lettura degna di figurare nelle discoteche dei collezionisti, fino a oggi nessuno – mi ripeto – è riuscito a minacciare il primato di Géza Anda, che fu anche il primo a cimentarsi – con risultati ragguardevoli – nel doppio ruolo di solista e direttore d’orchestra. Si legge talvolta che la Camerata Academica del Mozarteum di Salisburgo non fosse all’altezza di accompagnare siffatto solista: a me queste sono sempre sembrate critiche ingenerose. Certo, i salisburghesi non saranno i Wiener Philarmoniker; ma a mio avviso fanno una splendida figura.
Ci potranno essere registrazioni di singoli concerti migliori di quelle del pianista ungherese (in particolare, senza risalire alla preistoria, citerò il sublime e purtroppo unico disco mozartiano registrato ufficialmente da Pollini con Karl Böhm, con i concerti KV 488 e KV 459; o la versione del Concerto KV 467 registrata dal vivo da Lipatti e Karajan); eppure, dopo quasi cinquant’anni dal suo compimento, non si può fare a meno di raccomandare calorosamente questo ciclo.

Géza Anda