Mussorgsky Modest

Boris Godunov

Questa è la prima registrazione EMI datata 1953 e masterizzata nel 1994, con Boris Christoff che interpreta tre ruoli.

Si tratta della versione di Rimsky-Korsakov ed è da considerarsi migliore dell’ originale di Mussorgsky.

Sia la versione del 1869, sia quella del 1871 furono rifiutate e osteggiate dalle autorità dell’Opera Imperiale.

Il lavoro di Rimsky-Korsakov è stato quindi importantissimo e senza di esso Boris Godunov, oggi probabilmente sarebbe un’opera poco conosciuta, come tante altre opere di grande valore purtroppo dimenticate.

Mi sento di consigliare questa prima registrazione rispetto alla seconda per tre motivi. Diversamente dalla successiva incisione in cui Boris Christoff interpreta solo il ruolo principale, in questa si cimenta in ben tre ruoli (Boris Godunov, Pimen e Varlaam ). La giovane età dell’artista rende la sua voce più “fresca”, ma non è solo questo: la sua voce è così espressiva da rendere queste interpretazioni le più aderenti ai ruoli.

Sono un amante di Boris Godunov e Boris Christoff è il miglior basso dai tempi di Chaliapin. L’artista rende quest’opera uno dei più grandi risultati artistici della storia dell’Opera russa.

Il resto dal cast è buono.
La direzione di Issay Dobroven è eccellente.

Una curiosità: fu il direttore russo Issay Dobrowen a convincere l’amico Christoff a cantare i tre ruoli.

Malgrado siano trascorsi più di cinquanta anni e per giunta sia in Mono, il suono è di ottima qualità.

Ritengo questa versione insuperabile, ma purtroppo di difficile reperibilità. Cofanetto imperdibile!!!!!

Boris Christoff

Dopo aver ascoltato la prima registrazione di Boris Godunov, sono arrivato alla conclusione che la seconda incisione EMI con Boris Christoff è inferiore all’altra. La voce risente di un certo logorio. Anche qui la versione è quella di Rimsky-Korsakov.

Gli altri ruoli sono interpretati meravigliosamente da Evelyn Lear (nel ruolo di Martina), Dimitr Ouzounoz (nel ruolo del falso Dimitri), Anton Diakow (nel ruolo di Rangoni) ed il resto del cast è buono.

André Cluytens conduce eccellentemente il Coro dell’Opera di Sofia e l’Orchestra della Società dei Concerti del Conservatorio di Parigi. Comunque sia anche questa incisione merita di essere annoverata tra “Le grandi incisioni del secolo”
Registrazione ottima.

Altamente consigliato.

Anche in questa registrazione è stata utilizza la più popolare versione di Rimsky-Korsakov dell’incompiuto capolavoro di Mussorgskij

Se oggi le datate incisioni di Boris Christoff (nelle due versioni Emi, sotto la bacchetta di André Cluytens e di Issay Dobrowen) appaiono quali notevoli testimonianze storiche di un glorioso passato, l’edizione korsakoviana del “Boris” incisa da Herbert von Karajan per la DECCA nel 1970 si staglia quale versione di riferimento dell’epoca pre- filologica, e merita di essere conosciuta per più d’un motivo.

Anzitutto, come di consueto, il direttore salisburghese riuscì a radunare attorno a sé uno stuolo di fuoriclasse: troviamo qui infatti, nel ruolo del protagonista, nientemeno che Nicolai Ghiaurov, all’epoca nel pieno del vigore dei suoi mezzi vocali; altri grandi motivi di vanto del cast sono la splendida Marina di Galina Vishnevskaya, il tenebroso ed intelligente monaco Pimen di Martti Talvela e l’arguto Rangoni di Zoltan Kélémén. Di alto livello gli altri comprimari, tutti di lingua madre, con una particolare menzione per l’Innocente di Aleksei Maslennikov (nel doppio ruolo anche di Shuisky) ed il Grigory di Ludovic Spiess.

Meravigliosa, poi, la prestazione dei Wiener Philharmoniker, il cui suono corposo, vellutato e lussureggiante è perfettamente restituito dalla ripresa

DECCA (all’epoca allestita nella Sofiensaal di Vienna), rimasterizzata magistralmente. Spettacolare, infine, l’impiego di ben tre cori, tra i migliori all’epoca ed oggi: il Coro dell’Opera di Stato di Vienna, i Wiener Sangerknaben ed il Coro della Radio di Sofia.

Un’edizione caldamente consigliata, a patto che figuri accanto ad una delle precedenti versioni originali, oggi imprescindibili.

Per gli amanti di quest’opera sarebbe doveroso collocare queste tre registrazioni nella vostra collezione. Buon ascolto.

Herbert von Karajan