Puccini Giacomo

La Bohème

Vorrei proporre quest’opera celeberrima per la musica ed il canto estremamente coinvolgenti ed orecchiabili, a chiunque si accosti per la prima volta al mondo operistico.

Premetto che quest’opera è la mia preferita tra tutte le altre composizioni di Giacomo Puccini, quindi vogliate scusarmi se mi soffermo un po’ a lungo su tutte queste eccellenti registrazioni.

Per più di un decennio, Freni-Pavarotti hanno stabilito i canoni dell’interpretazione di Mimì e Rodolfo di questa opera. Secondo il mio modesto parere, questa è assolutamente la migliore registrazione della Bohème disponibile, anche se alcuni potrebbero sostenere che a volte i tempi di Karajan potevano essere un po’ stretti.

Ma Karajan dimostra la sua meticolosità in questa incisione, mostrando tutta la poesia e il concetto di drammaticità presente in questa opera. L’orchestra suona semplicemente perfetta, e i cantanti Freni, Pavarotti e Panerai sono esattamente Mimì, Rodolfo e Marcello.

La combinazione tra la Freni e Pavarotti, il modo in cui si fondono insieme le loro voci, è assolutamente magico ed essenziale per i risultati di questa registrazione, perché hanno voci adeguate per entrambi i ruoli.

Negli altri personaggi, Panerai canta il più bel Marcello di sempre, Ghiaurov nell’interpretazione di Colline è molto espressivo (ovvero il ruolo gli calza a pennello), mentre la Harwood offre un’ altra grande interpretazione di Musetta, nonostante la sua mancanza di un perfetto italiano.

In conclusione: essendo la miglior Bohème a disposizione, è doveroso collocarla in ogni discografia operistica.

Cofanetto imperdibile!!!!!

Ancora una volta Maria Callas mi coglie di sorpresa. Noi della generazione del dopoguerra, così abituati a vedere la sua vita nei fotoreportage di “Life”, così inclini a immaginarla come Medea, come Tosca – il “fuoco” della Callas – sono costretto a rivalutarla attraverso l’incontro con la sua Mimi.
Nei primi due atti Maria realizza un’autentica meravigliosa atmosfera musicale. I personaggi si rendono immediatamente amabili ed usano meravigliosamente l’inciso. L’umore ha qualche scintilla, a differenza di alcuni dei più recenti cast, un pizzico più esagerati e ponderosi. Con il terzo atto, la Mimi di Maria Callas inizia a salire sopra la testa e le spalle dei suoi rivali. La sua marea di dolore, mentre conforta Marcello, che cerca conoscenza della sorte di Rodolfo, si riversa sull’ascoltatore che viene inchiodato da un certo grado di dolore e patimento mai sentiti prima in altre Mimi.
Uno dei contributi più interessanti al cast è quello di Giuseppe di Stefano. Egli trasmette qualcosa che non ho mai sentito gestire da un altro tenore. In “Mimi è Una civetta”, si sente il suo disprezzo, il suo disgusto alla sua civetteria. Dopo l’interrogatorio a Marcello, risponde onestamente, con verità dolorosa: in “Mimi è tanto malata”, è davvero possibile sentire, profondamente e completamente, il pieno significato dell’opera: lui l’ha lasciata perché lei deve morire, e lui la ama a tal punto da lasciarla, in modo che lei possa trovare un uomo ricco che possa
essere in grado di tenerla in vita. In questa interpretazione, per rendere questo passaggio, Giuseppe di Stefano usa la voce dal punto di vista emotivo in modo meraviglioso. Si tratta di un’esposizione meravigliosa e profondamente triste: questa “storia” la racconta con una tale abilità che nell’ascoltarlo, ho sentito come se avessi veramente capito la Boheme per la prima volta. L’ultimo atto è fatto della materia di cui sono composte le lacrime, neanche un passo falso da uno qualsiasi dei protagonisti.
E con le laceranti grida finali “Mimi!” di Di Stefano, ho trovato l’unico tenore che mi ha portato fino alle vere lacrime, forse semplicemente grazie alla sua capacità di trasmettere una realtà attraverso la voce, straordinariamente espressiva e incredibilmente unica. Il resto del cast è eccellente.
Il conduttore, Antonino Votto, ha saggiamente permesso momenti di quiete e di esasperazione conducendo l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala in modo autoritario.
Anche questo cofanetto è molto appetibile, per non dire imperdibile.
Maria Callas

In questa registrazione c’è grande musicalità e cameratismo tra il cast, e ciò traspare in ogni momento. Tebaldi e Bergonzi sono una coppia immortale ogni volta che compiono una incisione. Entrambi sono al loro apice e cantano in modo molto toccante, soprattutto nella scena della rottura durante il terzo atto.

Il loro tono è ben abbinato al canto litigioso tra Musetta e Marcello.

Ettore Bastianini ha la voce più incredibile che si sia mai ascoltata e questa è una delle poche registrazioni che abbia fatto.

É in buona compagnia con Gianna D’Angelo che allo stesso modo ha inciso pochissime registrazioni.

Entrambi questi artisti portano timbri freschi a Marcello e Musetta, ruoli che possono risultare noiosi quando cantati semplicemente in modo non appropriato.

Probabilmente la parte migliore di tutta la registrazione è quando Bergonzi e Bastianini cantano “O Mimì, tu più …”.

Tullio Serafin sul podio dell’Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia conduce con grazia e fermezza.
Altamente consigliato.

Renata Tebaldi

Katia Ricciarelli è straordinaria. Il suo canto è pieno di carattere, il tono bellissimo e il legato è senza interruzioni. Questa è sicuramente una delle sue esibizioni migliori di Mimi. Quest’esibizione è anche una delle migliori di José Carreras. Registrata quando ancora non aveva trent’anni, è una delle migliori interpretazioni di Rodolfo, ruolo che si adatta a lui perfettamente, sia in temperamento che vocalismo.

Ashley Putnam interpreta una Musetta adorabile. Possiede una vivacità stupenda e brillante creando un bel contrasto con la Ricciarelli.

Ingvar Wixell e Robert Lloyd danno il loro contributo con una interpretazione dei personaggi molto buona, pur non essendo cantanti all’italiana.

Il canto di Hakan Hagegard lo rende uno degli Schaunard più memorabili, trattando il suo ruolo secondario con la stessa cura che avrebbe per un ruolo principale. Colin Davis ha un senso musicale naturale e conduce l’Orchestra ed il Coro della Royal Opera House, Covent Garden brillantemente, mantenendo un atteggiamento comunque non troppo appariscente.

Raccomandato.

Mirella Freni e tutti gli altri componenti di questa registrazione datata 1963 sono in splendida forma. Le emozioni dei personaggi trapelano sia dalle voci che dagli strumenti in maniera splendida.

Thomas Shippers, il compianto direttore morto prematuramente per un tumore, le cui ceneri sono tumulate nella piazza del Duomo di Spoleto, dirige con polso fermo l’Orchestra e Coro dell’Opera di Roma

Ottima la registrazione. Raccomandato.

Victoria de los Angeles (Mimi) e Jussi Bjorling (Rodolfo) sono a mio modesto parere perfetti, in particolare sotto la direzione del maestro Sir Thomas Beecham sul podio dell’Orchestra e Coro della RCA Victor.

“Che gelida manina” di Bjorling è davvero meravigliosa e la risposta di Mimi (“Mi chiamano Mimi”) è perfetta.

Queste due arie, interpretate da Bjorling e de los Angeles in successione, sono commoventi

Registrazione buona anche se datata 1956 e rimasterizzata 1996. Raccomandato.