Puccini Giacomo

Turandot

La prima rappresentazione ebbe luogo nell’ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini, Giuseppe Nessi ed Aristide Baracchi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, rivolgendosi al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» Le sere seguenti,

l’opera fu messa in scena con il finale rivisto di Alfano, ma fu diretta da Ettore Panizza. Arturo Toscanini non diresse mai più l’opera.

Uno dei DVD d’opera migliori che abbia mai visto. Non potreste chiedere di meglio. È stato registrato durante una delle serate del MET, dove tutto riesce perfettamente.

Il personaggio principale è interpretato perfettamente dalla Marton. Non è una grande attrice d’opera, ma è un grande soprano e per Turandot questo basta.

Per quanto riguarda la voce calda di Domingo, è stata raramente più incantevole. Quella sera per lui tutto andò alla perfezione. Il ruolo di Calaf è perfetto sia nella recitazione che nel canto.

La Liu della Mitchell è la ciliegina sulla torta. Voce incantevole e recitazione perfetta

La direzione di Levine è eccellente.

Il setting di Zeffirelli rappresenta di per sé una buona ragione per acquistare il DVD. Il primo e il secondo atto sono magnifici, per poi non parlare del finale mozzafiato.

Per concludere, l’audio digitale del DVD e la qualità dell’immagine sono stupefacenti.

Imperdibile!!!!!!!!!

Il soggetto dell’opera, ispirato al nome dell’eroina di una novella persiana, fu tratto dall’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi, già oggetto di importanti adattamenti musicali: dalle musiche di scena composte da Carl Maria von Weber nel 1809, all’opera di Ferruccio Busoni, rappresentata nel 1917 e preceduta da suite orchestrale (op. 41) eseguita per la prima volta nel 1906.

Più esattamente, il libretto dell’opera di Puccini si basa, molto liberamente, sulla traduzione di Andrea Maffei dell’adattamento tedesco di Friedrich Schiller del lavoro di Gozzi. L’idea per l’opera venne al compositore in seguito a un incontro con i librettisti Giuseppe Adami e Renato Simoni, avvenuto a Milano nel marzo 1920. Nell’agosto dello stesso anno, quando si trovava per un soggiorno termale

a Bagni di Lucca, il compositore poté ascoltare, grazie al suo amico barone Fassini, che era stato per qualche tempo console italiano in Cina, un carillon con temi musicali proveniente da quel paese. Alcuni di questi temi sono presenti nella stesura definitiva della partitura.

Alla fine della sua parabola creativa Puccini si cimentò con un soggetto fiabesco, d’impronta fantastica. Non era mai accaduto, se si eccettua per le “Villi”.

Questa produzione Harold Prince di Turandot, registrata nel 1983 all’Opera di Stato di Vienna, è la benvenuta in ogni collezione di DVD.

Con le esibizioni dei tre protagonisti principali (la Marton, la Ricciarelli e Carreras), i fan non ne rimarranno delusi.

Quest’esibizione ha segnato il debutto di Eva Marton nel ruolo di Turandot. Molto sicura nella voce, supera notevolmente altri soprani dell’epoca.

Comunque sia preferisco l’esibizione del MET del 1987 con Placido Domingo, perché ha sviluppato una conoscenza profonda del personaggio.

Jose Carreras e Katia Ricciarelli interpretano Calaf e Liu. Entrambi perfetti nei loro ruoli, sono molto convincenti.

Lorin Maazel sul podio dell’Orchestra e Coro dei Wiener Staatsoper dirige con polso e bravura.

Scenografia tradizionale e costumi attinenti all’epoca.

L’audio potrebbe essere migliorato in alcuni punti, comunque con un buon impianto, questa imperfezione può migliorare.

DVD molto buono ma non regge il confronto con la produzione del MET.

Nel Natale del 1920 Puccini riceve la prima stesura in versi del libretto del primo atto. Nel gennaio del 1921 giunge a Puccini la versione definitiva del testo del primo atto, e nell’agosto dello stesso anno la partitura è completata. In settembre Puccini scrive: «Turandot dovrebbe essere in due atti, che ne dici? Non ti pare troppo, diluire dopo gli enigmi per giungere alla scena finale? Restringere avvenimenti, eliminarne altri, arrivare ad una scena finale dove l’amore esploda». Il vero ostacolo per il compositore fu, fin dall’inizio, la trasformazione del personaggio di Turandot, da principessa fredda e vendicativa a donna innamorata. Ancora l’autore scriveva: «Il duetto [tra Calaf e Turandot] per me dev’essere il clou – ma deve avere dentro a sé qualcosa di grande, di

audace, di imprevisto e non lasciar le cose al punto del principio […] Potrei scrivere un libro su questo argomento». E ancora: «Il duetto! Il duetto! tutto il decisivo, il bello, il vivamente teatrale è lì! […] Il travaso d’amore deve giungere come un bolide luminoso in mezzo al clangore del popolo che estatico lo assorbe attraverso i nervi tesi come corde di violoncelli frementi».

Puccini si lamentò spesso della lentezza con cui i due librettisti rispondevano alle sue richieste di revisioni del libretto, ma si può dubitare che questo sia il vero motivo per cui l’opera è rimasta incompiuta. Nel giugno 1922 il compositore confermò a Casa Ricordi che «Simoni e Adami mi hanno consegnato con mia completa soddisfazione il libretto di Turandot finito»; eppure i dubbi non erano scomparsi e sei mesi dopo confessava ad Adami: «Di Turandot niente di buono […] Se io avessi avuto un soggetto come da tempo lo cercavo e lo cerco, a quest’ora sarei in scena. Ma quel mondo cinese! A Milano deciderò qualcosa, forse restituisco i soldi a Ricordi e mi libero».

I soldi non furono restituiti e nel dicembre del 1923 Puccini aveva completato tutta la partitura fino alla morte di Liù, cioè fino all’inizio del duetto cruciale. Di questo finale egli stese solo una versione in abbozzo discontinuo. Puccini morì a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando le bozze del duetto finale così come le aveva scritte il dicembre precedente.

Solo dalla copertina, Turandot, Maria Guleghina – Salvatore Licitra, l’Arena di Verona e la messa in scena di Franco Zeffirelli, questo DVD dice “comprami” sin dal primo sguardo. E ne sono rimasto immensamente gratificato. Eccellente, dall’inizio alla fine.

La musica di Puccini è coinvolgente ed emozionante, cattura l’ascoltatore e l’interpretazione del direttore Giuliano Carella è decisamente fantastica.

Conoscevo già le abilità di Maria Guleghina, avendola ascoltata in altre opere. La sua esibizione è piena di sfumature che permettono allo spettatore la totale immedesimazione, in particolare quando Liu va incontro alla sua fine prematura e Turandot comprende davvero ciò che ha fatto.

L’esibizione del compianto Salvatore Licitra nel ruolo di Calaf è davvero molto buona. Bissata la sua interpretazione di “ Nessun dorma”

L’esibizione di Tamar Iveni nel ruolo di Liu è tutto ciò che vorreste da Liu e la sua morte è struggente.

L’esibizione dei cantanti che interpretano Ping, Pang e Pong è coinvolgente ed estremamente veritiera.

La scenografia è stupenda. Mi è piaciuta molto questa produzione. Certamente è da guardare più volte.

DVD altamente raccomandato!