Wagner Richard

Gotterdammerung

Il Götterdämmerung del Met è sicuramente la migliore produzione con scenografia fortemente realistica e sceneggiatura decisamente tradizionale. Matti Salminen (Hagen) e Christa Ludwig (Waltraute) sono semplicemente magnifici. In merito alla coppia “problematica” (Jerusalem e la Behrens), è vero

che non si tratta del loro miglior momento sul palco (entrambi hanno interpretato queste parti molto meglio a Beyreuth), ma devo ammettere che la voce più bella di queste due Brünnhilde in DVD (forse un po’ meno nella recitazione) appartiene alla Behrens.

L’elegante fraseggio e le note risonanti sono semplicemente elettrizzanti! Si potrebbe dire che non sia particolarmente wagneriana e sono d’accordo, ma non si può dire che non abbia buon esito alla fine. Mi sono addirittura commosso durante la scena dell’immolazione per la sua grande presenza scenica.

Jerusalem è un buon attore (per un cantante d’opera ovviamente) e anche se ha alcuni problemi con le note alte, il fraseggio con il suo tono medio risulta molto sofisticato e musicale, intendo dire però che non sono paragonabili ai mitici cantanti wagneriani, come la Nilsson, la Flagstad, Windgassen, Kollo…ma quelli erano atri tempi così detti “della vecchia guardia” che purtroppo non ritorneranno più ma fortunatamente registrati, masterizzati e rimasterizzati perfettamente . Comunque sia non sono così male da danneggiare questa magnifica produzione. Sarà difficile trovare una scena dell’immolazione più emozionante di questa! Tutto ciò che è scritto è visibile sul palco: il castello dei Ghibicunghi che cade a pezzi, il fiume Reno che tutto ricopre, il Valhalla in fiamme.
Levine e l’orchestra il coro del Met non sono assolutamente paragonabili al team di Beyreuth, tuttavia risultano molto buoni, soprattutto se consideriamo l’alta richiesta che perdura nel tempo di questo capolavoro.
In sintesi, non è una produzione perfetta ma è la produzione del Götterdämmerung più convincente essendo l’unica ad avvicinarsi di più alla visione di Wagner, con il miglior cast possibile del suo tempo (oggi ce lo sogniamo un cast così!) e una buona presentazione tecnica su DVD (direzione video da maestro e trasmissione del suono superiore alla media).
DVD altamente raccomandato.

Già nel 1843 Wagner pensava di comporre un’opera sul personaggio di Sigfrido, influenzato dalla lettura della “Deutsche Mythologie” di Jacob Grimm. “La morte di Sigfrido” doveva esserne il titolo, ma ben presto il compositore sentì la necessità di narrarne anche gli antefatti e così si venne formando il ciclo intero, a ritroso. Il testo del “Crepuscolo degli dèi” è quindi il primo ad essere scritto e l’ultimo a essere musicato. Ciò spiega come nella forma letteraria quest’opera sia l’unica ad avere ancora duetti e terzetti tradizionali, mentre la musica è spinta invece verso il futuro dopo l’esperienza
del “Tristano” e dei “Maestri Cantori”. La prima dell’opera avvenne al Bayreuth Festspielhaus nell’agosto del 1876 con l’esecuzione del “Ring” completo.
Nel 1976 si celebra quindi il centenario dell’avvenimento e l’allora presidente del Festival, Wolfgang Wagner, invita a dirigere il ciclo l’acclamato compositore e direttore d’orchestra Pierre Boulez, affiancato per la messa in scena da un giovane e promettente regista francese, Patrice Chéreau, che fino ad allora si era occupato raramente di opere liriche e proveniva dal teatro drammatico, con una intensa collaborazione con il “Piccolo Teatro di Milano” di Giorgio Strehler.

«La bellezza del “Ring” è una sfida oggi come quando fu messo in scena la prima volta e quello che ha da dire è ancora valido ora, il messaggio è ancora violento e disperato, amaro e scomodo» (Patrice Chéreau). Egli sceglie di ambientare nel secolo XIX la vicenda, metafora della Rivoluzione Industriale e della sua corruzione della società, in accordo con la lettura che George Bernard Shaw aveva dato dell’opera di Wagner. Critica e pubblico si divisero tra chi considera scandalosa la messa in scena e chi la definisce la miglior versione nella storia del festival di Bayreuth. Il primo ciclo nel 1976 finì tra i fischi — il “Götterdämmerung” venne interrotto addirittura due volte per le intemperanze

del pubblico abituato a vedere e ascoltare produzioni originali. Lo stesso ciclo quattro anni dopo ricevette più di 80 minuti di applausi e 101 chiamate.
Quel che è certo è che questa produzione costituisce il punto di svolta nella messa in scena dell’opera lirica: da allora la trasposizione dell’azione in contesti storici diversi non fa più scalpore. È il cammino intrapreso dal ‘Regietheater’ e chissà quanti degli attuali spettatori del festival di Bayreuth rimpiangono quella lontana “scandalosa” regia visto quello che devono sopportare nelle ultime messe in scena delle opere sotto la direzione del festival da parte di Gudrun e Katharina Wagner.

Grande merito del regista francese è di attribuire ai cantanti un ruolo di interprete drammatico e un gioco di corpi che fino ad allora solo in poche occasioni si era tentato di fare. I personaggi del suo “Ring” sono il frutto di un accurato studio individuale e una dettagliata analisi del testo.
Molte sono le versioni complete del “Ring” registrate sia in studio che dal vivo. Tra queste memorabili incisioni possiamo ricordare l’edizione di Furtwängler (1953) con l’orchestra della RAI di Roma, Solti con la Filarmonica di Vienna

(1958-1964, (la prima in stereo), Karajan con i Berliner Philarmoniker (1966- 1970), e Levine (1987-1989) con l’orchestra del MET. La registrazione di Pierre Boulez avviene alla fine delle rappresentazioni a Bayreuth (1980) e viene lodata dalla critica per la trasparenza e la forza della sua interpretazione.
Quattro sono i personaggi che ritroviamo in quest’ultima parte e sono tutti interpretati dagli stessi cantanti. Alberich, il personaggio chiave del “Rheingold”, ha l’intensa presenza del magnifico Hermann Becht. Brünnhilde, che qui non è più la bellicosa Walchiria ma la donna tradita nell’amore e nell’onore, è una superlativa Gwineth Jones.

Siegfried è lo stesso della giornata precedente, un Manfred Jung che sia vocalmente che scenicamente è emozionante.
Gli altri componenti di questo meraviglioso cast sono: Franz Mazura (Gunther), Fritz Hubner( Hagen), Jeannine Altmeyer (Gutrune), Gwendolyn Killebrew (Waltraute), Norma Sharp (Woglinde), Ilse Gramatzki (Wellgunde), Marga Schiml (Flosshilde) e le tre Norne interpretate rispettivamente da Ortrun

Wenkel, Gabriel Schnaut, Katie Clarke. Lo spettacolo è filmato da Brian Large dal vivo, ma nel Festspielhaus vuoto e con alcune piccole aggiunte concordate con Chéreau.
Video e audio eccezionali. Preparatevi a un finale mozzafiato. Buon ascolto. DVD imperdibile!!