Mendelssohn Felix

Ouverturen

Zum Marchen von der schonen Melusine op. 32 –Ein Sommernachtstraum op.21 – Meeresstille und gluchlische op, 27 – Ouverture fur Harmoniemusik op. 24 – Trompeten-Ouverture op.101 – Ruy Blas op 95 – Die Hebriden op. 26

Questa registrazione rappresenta l’integrale delle Ouvertures, alcune delle quali raramente registrate e come tali preziose per ogni amante di Mendelssohn. Almeno quattro di queste sono di eccezionale bellezza e molto apprezzate dai grandi direttori d’orchestra, in particolare da Sir Thomas Beecham che eccelleva nel dirigerle.
La riproduzione della London Symphony Orchestra è lodevole, “La notte di mezza estate” ha una rapidità vertiginosa dettata da Abbado. Non credo di aver mai sentito suonare così velocemente questo spartito. Di nuovo un grande merito va all’Orchestra, le cui corde riescono a far fronte a questo ritmo. “Le Ebridi” sono splendidamente realizzate e catturano il movimento ondulatorio
delle onde proprio all’inizio. L’interpretazione di Claudio, come preferiva farsi chiamare, dell’ ingiustamente trascurata “Meerestille und Gluckliche Fahrt” è una magnifica rivelazione, tanto che è diventata la mia preferita! Più in generale, in questo disco è possibile apprezzare a pieno la particolare abilità di Abbado nel rendere magnifiche anche partiture non trascendentali come queste ouvertures. Registrazioni eseguite dal 1985 al 1988. Audio in DDD eccezionale. Altamente raccomandato.

Mendelssohn: Ouvertures

Le Ouvertures di Mendelssohn hanno un posto di primo piano nella sua opera e al tempo stesso riflettono i diversi aspetti che questo genere aveva assunto nel corso della storia della musica.
In un primo tempo l’ouverture altro non era che un generico brano orchestrale (spesso sostituibile anche con altri), che veniva suonato all’inizio di un’opera o di una rappresentazione teatrale per richiamare l’attenzione del pubblico.
Nel tardo Settecento e primo Ottocento essa assume sempre più anche la funzione d’introduzione all’argomento del dramma che doveva seguire; l’ouverture poteva essere così una semplice preparazione alla vicenda sulla scena, o una rappresentazione musicale di un’idea centrale dell’intero dramma, o ancora un’anticipazione di alcuni suoi momenti.
E di qui alla nascita di un genere autonomo il passo era ormai breve: le ouvertures si conquistarono non solo una vita autonoma quali pezzi orchestrali a sé stanti, eseguibili indipendentemente dal dramma che avrebbero dovuto precedere, ma vennero spesso concepite come brani da concerto programmatici, che in tal modo anticipavano già alcuni tratti peculiari del poema sinfonico. Queste concezioni differenti, che sussistevano l’una accanto all’altra, si ritrovano in Mendelssohn.
Rientrano nel tipo della nascita orchestrale festosa e solenne, ma di contenuto “neutro” e non ulteriormente definibile, l’Ouverture fur Harmoniemusik (Ouverture per banda) scritta nel 1824 per l’organico strumentale tradizionale delle esecuzioni all’aperto (comprendente legni e ottoni spesso sostenuti da un contrabbasso), e ancora la Trompeten-Ouverture (Ouverture “delle trombe”) del 1826.
Tutte le altre Ouvertures si basano invece su un’idea letteraria, tradotta più o meno chiaramente in termini musicali. Così quella per Ruy Blas (1839) s’ispira al dramma storico omonimo di Victor Hugo; l’ambientazione tragica – grandi passioni e conflitti insolubili – ne determina il tono generale.

Claudio Abbado

Per Meeresstille und gluckliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice) del 1828 Mendelssohn s’ispirò invece a due poesie di Goethe i cui caratteri decisamente contrastanti (“Una profonda calma regna sulle acque/Immoto e tranquillo è il mare” nella prima e “Mormorano i venti…… Presto! Presto!……” nella seconda) trovano un evidente riscontro musicale: all’Adagio introduttivo segue un Molto Allegro e vivace in cui sembra quasi di rivivere plasticamente il momento della partenza della nave, il movimento delle onde, la navigata spedita e l’attracco felice.
Nell’Ouverture Die Hebriden (Le Ebridi, detta anche “la grotta di Fingal”), composta nel 1830, sono fusi in un grandioso quadro d’ambiente motivi della mitologia nordica divenuti assai popolari in epoca romantica attraverso la poesia ossianica e impressioni marittime e paesaggistiche riportate dal compositore stesso durante il suo viaggio in Scozia nel 1829.
Ma sarebbe certamente errato sopravvalutarne i soli elementi pittorici; anche per la sua tecnica compositiva che la colloca in una prospettiva di “musica assoluta” (cfr. la forma sinfonica e la rigorosa elaborazione motivica), questa Ouverture in un unico movimento ha una posizione di primo piano nella produzione di Mendelssohn ed è significativo il fatto che tra i suoi ammiratori vi fossero musicisti così antitetici come Wagner e Brahms.
Nell’Ouverture Zum Marchen von der schonen Melusine (La favola della bella Melusina) del 1833 Mendelssohn si rifà a una leggenda cara al romanticismo: la
storia della misteriosa sirenetta alla quale non è dato di vivere tra gli uomini e che, dopo aver conosciuto gioie e sofferenze dei mortali, fa ritorno al suo mondo.
La Konzert-Ouverture zu shakespeares sommernachtstraum (Ouverture da concerto per il Sogno d’una notte d’estate) risale già al 1826 – geniale intuizione di un diciassettenne! Questa composizione costituisce – come del resto l’intera musica di scena che seguì – indubbiamente il più bell’esempio di come possa essere tradotto in musica il mondo di una commedia: principi e giovani nobildonne, artigiani chiassosi ed eterei elfi – tutto è pervaso di musica, tutto fluttua lievemente in intrecci costantemente cangianti e avvolge nella magia mendelssohniana non solo i personaggi di questo teatro immaginario, ma anche gli stessi ascoltatori.
Volker Scherliess
(Traduzione: Alessandra Castriota)