Wagner Richard

Der Ring des Nibelungen

Lo stile della composizione inaugura la rivoluzionaria concezione teatrale di Wagner. La musica è composta da un mosaico fittissimo di temi conduttori – melodie associate a cose, personaggi e stati d’animo – che col loro continuo riapparire formano il tessuto fondante della partitura. Sul numero di questi leitmotiv non vi è accordo fra i vari studiosi wagneriani. Il sistema dei leit- motiv raggiunge nell’Anello il suo massimo sviluppo, calcolato quasi

matematicamente con uno straordinario gioco di fantasia e sfumature dalle infinite tonalità. La psicologia gioca un ruolo fondamentale nell’evoluzione musicale dei personaggi e nelle varie situazioni che si instaurano volta per volta. È da segnalare la differenza di stile che intercorre tra L’Oro del Reno (scritto nel 1853) e Il Crepuscolo degli dei (terminato nel 1874), il primo ancora bilanciato tra canto e orchestra, con maggiore spazio al declamato, il secondo più evoluto nello spessore sinfonico e costituito da una polverizzazione continua di frammenti tematici. Per contro, la stesura poetica risulta essere più arcaica nel Crepuscolo in quanto Wagner scrisse i testi a ritroso, cominciando dall’ultima giornata e procedendo all’indietro verso il prologo. Il Crepuscolo, infatti, denota ancora nella struttura alcune impostazioni legate all’opera lirica convenzionale (il coro e il terzetto alla fine del 2° atto), poi bandite negli altri tre drammi.
James Levine

Questa rappresentazione fu eseguita per il centesimo anniversario della morte dell’illustre compositore. Quanto ho visto per la prima volta questa produzione del Der Ring des Nibelungen sono stato immediatamente colpito dall’estrema professionalità dell’intero cast e dalla sublime scenografia. L’intera collezione delle opere, la musica incantevole e le storie magiche mi hanno completamente catturato.

Hildegard Behrens ha una voce divina e non sono rimasto sorpreso quando è stata acclamata come “la migliore Brünnhilde in vita”. Se lo merita. A parte la voce stupenda, ha un volto e un fisico che colgono perfettamente il ruolo. James Morris nel ruolo di Wotan con un fisico statuario e una voce imponente rappresenta perfettamente un capo degli dei bramoso di potere ma estremamente vulnerabile. Tuttavia colui che ha rubato la scena per me è stato il Siegfried di Jerusalem. Interpreta due ruoli: Loge e Siegfried e conferisce loro una grande energia giovanile. Non riesco ad immaginare nessun altro interpretare in questi due ruoli meglio di lui. James Levine nella direzione dell’orchestra rispetta la musica alla perfezione. Il primo direttore americano al Met ad affrontare il Ring di Wagner e fa un lavoro di ottima qualità.
Bisogna anche dire che nell’intero ciclo (ben quattro opere o come diceva Wagner “giornate” della durata complessiva di circa 15 ore) vi siano alcune parti che tendono ad annoiare è inevitabile. Comunque sia sono poche e ciò si verifica in alcuni lunghi declamati dove la partitura svolge solo la breve funzione di accompagnamento. Che dire di più: fantastico!!
DVD imperdibile!!!!!

Wagner compose la musica e scrisse il libretto dei quattro drammi nel corso di 26 anni, dal 1848 al 1874 (peraltro con una lunga interruzione fra il 1856 ed il 1867, periodo in cui si dedicò alla composizione di Tristano e Isotta e I maestri cantori di Norimberga); un periodo tanto lungo che sono molteplici e a volte contrastanti le influenze culturali e le differenze di stile che si mostrano nel quadro complessivo.
Queste differenze sono però minime rispetto alla mole del lavoro, che costituisce una delle più gigantesche creazioni della storia dell’arte (e non solo per la durata complessiva, di circa 15 ore). In essa Wagner inaugurò la sua nuova concezione drammatico-musicale, al punto che la Tetralogia può definirsi qualcosa di assolutamente nuovo.
Pierre Boulez

Anche questa produzione eseguita per celebrare il centesimo anniversario della morte di Wagner con il celeberrimo regista Patrice Chéreau’s, conduttore Pierre Boulez e il talentuoso produttore Brian Large, è da annoverare tra le migliori registrazioni presenti sia sul mercato nazionale che internazionale. No, non possiede un cast delle dimensioni e dell’esperienza dell’Anello di Georg Solti registrato su CD negli anni 60’con i mitici Wiener Philharmoniker e con un cast stellare, oppure il meravigliosa incisione di James Levine al Met, ma è senza dubbio è il “Ring”che dal punto di vista visivo è più coinvolgente e da quello drammatico è conforme a come l’aveva pensata Wagner. Personalmente ritengo che il Ring di Levine sia la produzione più tradizionale e fedele alla partitura di Wagner, e la scenografia del Met è senza dubbio davvero bella.
La scenografia della produzione presa in oggetto è moderna ma senza stravolgere il testo è talmente bella e suggestiva da rimanere a bocca aperta. A renderla uno dei momenti più memorabili sono il coinvolgimento di un conduttore davvero abile e un cast di cantanti meravigliosi.
Donald McIntyre forse non ha la grande voce di Hans Hotter o lo splendido bel canto di James Morris nell’interpretazione del ruolo di Wotan, ma certamente trasuda una nobiltà e una ricchezza che sono assenti in altre registrazioni. Gwyneth Jones è una Brünnhilde meravigliosa, perfetta, potente e molto drammatica. Direi che è una delle migliori Brünnhilde tra quelle che ho sentito. Manfred Jung interpreta magnificamente Sigfried con una voce giovanile, un fisico perfetto ed un bellissimo viso.
Per una più estesa informazione delle due rappresentazioni vi invito cortesemente alle sezioni specifiche delle quattro opere.
Valutando le due produzioni non posso altro che assegnare un super 5 stelle ad entrambe e sarebbe doveroso collocarle nella vostra collezione.
DVD imperdibile!!!!!!!! Buon Ascolto.

Wolfgang Wagner, l’ultimo direttore del Festival di Bayreuth ha compiuto la migliore scelta della sua lunga carriera quando invitò il direttore Pierre Boulez e poi il giovane regista Patrice Chéreau a fare una nuova produzione dell’Anello nel 1976, cento anni dopo la nascita di questo capolavoro unico. Boulez e Chéreau hanno ideato un concetto completamente nuovo del pezzo, in cui i personaggi umani e la civilizzazione dell’uomo, vista criticamente da Wagner come un passo che non ha migliorato il genere umano, conferiscono un ritratto spietato, in parte tragico ed in parte umoristico in cui ogni spettatore può riconoscersi. Durante il primo anno, il 1976, questa versione non ha ottenuto
reazioni positive dal pubblico solitamente molto conservatore di Bayreuth, ma presto è diventato un successo assoluto del secolo. Il film “The Making of the Ring” rappresenta un documento indimenticabile di come questo evento storico a Bayreuth sia diventato una pietra miliare nella storia dell’opera e della TV.