Wagner Richard

Siegfried

Sigfrido è il terzo dramma musicale dell“L’anello del Nibelungo”. L’opera fu rappresentata per la prima volta il 16 agosto 1876 al Felstspielhause di Bayreuth, in occasione della prima esecuzione completa della “Tetralogia”. Ho apprezzato particolarmente l’esibizione di Siegfried Jerusalem, che rappresenta l’eroe archetipico della leggenda: bello, presuntuoso e leggermente ottuso in

amore e nella vita. La sua reazione alla scoperta dell’identità femminile di Brünnhilde non ha prezzo. Sono rimasto stupefatto dalla capacità di resistenza di Jerusalem nell’interpretare un ruolo che deve essere fisicamente estenuante. Provate a maneggiare ripetutamente un pesante martello a tempo di musica, mentre cantate “Notung, Notung, neidliches Schwert!” con voce risonante. La musica in questa scena è a dir poco emozionante.

Heinz Zednik interpreta il nano maligno Mime: sciocco, pauroso e servile. Ekkehard Wlaschiha (Alberich) è divinamente odioso e viscido. James Morris è eccellente nel ruolo del viandante Wotan, un ruolo ingrato, poiché nel terzo atto

Sigfrido porrà fine al suo potere (quasi come se Wagner si fosse stancato di questo personaggio). L’invisibile uccello della foresta di Dawn Upshaw è magnifico. L’unica cantante un po’ sottotono in questa rappresentazione è Hildegard Behrens l’ex-Walkiria che nella precedente opera ha perso la divinità per aver protetto l’amore incestuoso dei due fratelli Sigmund e Sieglinde, ignari di essere consanguinei.
Un particolare elogio a James Levine e alla Metropolita Orchestra per la brillante esecuzione della partitura. DVD ultraraccomandato.

Boulez, Chéreau e Brian Large hanno scelto di rendere quest’opera un racconto davvero tenebroso. Tutto avviene nella fitta foresta, durante la notte, in una fucina scura, una grotta buia e un tetro castello. Tutti i personaggi indossano abiti uniformemente marroni, grigi o neri, hanno tutti lo stesso tipo di abito lungo, tranne Siegfried e le due donne Erda e Brunnhilde, che indossano ampie tonache informi ed incolori. È un racconto della notte, della profondità scura della mente di Sigfrido, che svegliandosi all’alba con le luci del giorno riuscirà, varcando le fiamme provocate da Loge (il dio del fuoco su ordine di Wotan), a
raggiungere Brunnhilde per poi svegliarla da un sonno profondo con un bacio. Sigfrido interpretato da Manfred Jung è eccezionale. Bell’ aspetto, giovane, forte, fa suo il personaggio. La scena nella fucina mentre sta forgiando la spada Notung ne è un esempio eloquente. Il nano Mime rappresentato da Heinz Zednik, con una voce stridula ma estremamente efficace, interpreta un personaggio sciocco e viscido.

La cantante che maggiormente mi ha impressionato è Gwyneth Jones, soprano gallese, che interpreta Brunnhilde. Donna molto bella, la voce potente, cristallina e penetrante, fa di questa ex-Walchiria un personaggio inimitabile. Il canto è quasi simile alla mitica Birgit Nilsson ancora oggi insuperabile. Oltre chiaramente al canto molto buono dell’intero cast, l’aspetto più apprezzabile di questa produzione è lo sforzo profuso nel dirigere la recitazione degli attori, fondamentale qui per restituire il senso dell’opera, laddove non arriva il testo e la musica. La ribellione quasi adolescenziale di Siegfried contro Mime è particolarmente visibile, ad esempio. Oppure si pensi al bellissimo finale dell’atto terzo, quando Siegfried e Brünnhilde esternano gesti d’amore e si inginocchiano l’uno di fronte all’altra. Tre sono i tentativi di baciarsi, due falliscono e l’ultimo si concretizza in un bacio appassionato. Da nessuna parte nel testo era scritto che avrebbero dovuto esserci tre tentativi di bacio o addirittura un abbraccio. Questa interpretazione invece rende benissimo tutta la titubanza di Brünnhilde, lo sgomento di Sigfrido e il trasporto amoroso finale, Questi sono gli elementi che rendono la produzione davvero viva, cosa che non si è più vista in alte versioni, compresa quella del MET.
DVD imperdibile!